L’ORGOGLIO GENEROSO

Care sorelle, cari fratelli e sconosciuti che leggeranno, mai avrei pensato di scrivere un articolo per l’Accademia molto autobiografico , ma “l’oggetto” della ricerca in cui mi sono voluto imbattere e confrontare, fa di nome ORGOGLIO e, come nei molteplici casi di ricerca ermetica (se non tutti), si può e si deve partire da se stessi.

L’orgoglio è un sentimento che, come tale, è stato per me, motore in molteplici azioni ma ho scoperto recentemente che, per molte volte nella mia esistenza, l’ho utilizzato direzionato in senso contrario agli scopi che mi ero prefisso.

Mi spiego meglio, dopo anche un approfondimento dagli scritti di Kremmerz.

L’orgoglio che ti da la forza ed il coraggio di superare gli ostacoli, che ti fa rubare agli dei quella luce che ti migliora, Kremmerz lo chiama orgoglio generoso e non posso negare che l’ho raramente utilizzato quando mi sono trovato o, meglio dire, quando mi sono voluto mettere con le spalle al muro, di fronte a situazioni esistenziali estreme e dunque quando non avevo che due sole alternative: tornare di molto indietro o andare avanti. Per quanto, invece riguarda la quotidianità, utilizzavo un orgoglio che faceva giudicare il mio essere o superiore alle situazioni in cui mi trovavo e dunque, sottovalutavo e, puntualmente, perdevo o, non meno peggio, mi giudicavo troppo piccolo per altre situazioni ancora ed il risultato era l’immobilità, la resa. Cavallo difficile da domare, dunque, questo orgoglio, viste le varie strade che può imboccare ed il punto nevralgico, a parer mio, per domarlo, sta proprio nell’aggettivo che Kremmerz da all’utile orgoglio: GENEROSO.

La generosità porta necessariamente all’apertura, all’andare oltre se stessi e sciogliere i nodi del continuo giudizio. Questa da me descritta è una semplice analisi di alcuni atteggiamenti umani al cospetto di un sentimento, una forza e semplice però non è, gestire quotidianamente questa energia ed ho capito che uno dei modi con cui tengo alta la guardia, rafforzando il mio generoso orgoglio, è quello di attenermi agli impegni che la Catena di Miriam richiede. E’ un “momento” in cui sei parte dell’insieme e vali 1 e 1000, e non sei solo, e non devi eccellere ma non devi annullarti; Devi essere (presente) e basta.

Prima di decidere di scrivere per pubblicare quanto ho detto fino ad ora, non avevo completato la ricerca ed in particolare non avevo individuato i motivi per cui l’orgoglio mi portava a giudicarmi nel giusto o nel torto ma senza vie di fuga per realizzare e capii che, forse, l’ego poteva avere a che fare con ciò vista la totale distanza che esso ha dalla generosità ed infatti negli scritti di Kremmerz dove si parla di ego, ho ritrovato l’orgoglio come proprio in una delle sue peggiori forme, teso alla realizzazione di alcunché.

Letto e capito questo concetto dell’ ego, ho compreso così che, come la formula matematica della prova del 9, la piccola verità che ho trovato per me, può benissimo esserlo per il resto della specie umana e decido così di chiedere di pubblicare questa mia tesi che, scritta con molta autobiografia ma poca, a questo punto, autoreferenzialità, affinchè faccia da piccolo faro quando volete un riferimento sull’orgoglio e per non tradire alcun significato che Kremmerz vuole dare alle sue parole, chiudo proprio con esse.

“Gli orientalisti e i teosofi investigatori di metodi e formole costituite delle religioni, hanno di volta in volta  affermato che il principio primo su cui si fonda l’ascesa magica è l’orgoglio: L’Ego o logos, non scaturisce che dalla unità intelligente completa e indipendente. Questo è vero ma solo nella forma esterna…. Tutti gli ordini religiosi e monastici di tutte le religioni del Mondo sono, come nella natura visibile, fondati sulla gerarchia e sull’obbedienza e che gli spiriti elevati capaci dell’ascesa completa sono comparsi e compariscono in tutti gli ordini delle religioni diverse e, e che nella geraechia e nell’obbedienza le Unità indipendenti si formano senza squilibrio, scaturisce limpidi che in Magia è nel falso colui che crede staccare il fratello dal fratello, il compagno dal compagno, il discepolo dal maestro per creare la sinagoga satanica del disaccordo e della divisione, generatrici di passioni di odi orribili, che impediscono il progresso dello spirito nella zona altissima della verità”.

“Chi è che forma L’Unità mentale del Logos nell’iniziando, la Luce divina o lo spirito della terra? L’obbedienza o l’orgoglio? Lo spirito dell’Universo o l’alito della bestia?”.

Un fraterno ed ermetico abbraccio,

L’ Apprendista fabbro

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