CHI SIAMO

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J.M. KREMM – ERZ, semplificato in GIULIANO KREMMERZ, il più italiano, o meglio italico, dei Maestri di ermetismo dell’ultimo secolo, fu filosofo, terapeuta, taumaturgo e fondatore della S.P.H.C.I. (Schola Philosophica Hermetica Classica Italica) Fr+ Tm+ (Fratellanza Terapeutico-magica) di MIRIAM, caratterizzata da finalità esclusivamente terapeutiche e filantropiche e tuttora operante. Nato a Portici presso Napoli l’8 Aprile 1861, Ciro Formisano, questo il nome anagrafico, si tramanda che venne a trovarsi a diretto contatto con un anziano e dotto misantropo, Pasquale De Servis, meglio conosciuto dagli ermetisti del tempo come IZAR. Stando a quanto lo stesso Kremmerz tramanda, fu proprio il De Servis (che potrebbe identificarsi con un omonimo signore morto a Portici nello stesso stabile in via della Parrocchia in cui abitavano i Formisano, nell’1/03/1893) a trasmettere al giovane Ciro, unitamente al suo patrimonio sapienziale, l’iniziazione ai misteri della Scienza Sacra. Infatti questi, pur intrattenendo rapporti diretti con i più illustri protagonisti della scena socio-politica e culturale del tempo, fu proprio nel giovane Formisano che riconobbe le peculiarità strutturali di un futuro maestro d’ermetismo, coniugate a un sorprendente spirito umanitario tinteggiato di bonaria tolleranza e prorompente generosità.

La formazione culturale del Formisano, addottoratosi in Lettere all’Università di Napoli, passata attraverso le brevi esperienze dell’insegnamento al Ginnasio di Alvito (CE) e dell’attività giornalistica (come redattore dell’allora nascente Mattino grazie all’amicizia con Scarfoglio), si completò soprattutto negli anni dal 1888 al 1893, cioè in quel quinquennio coincidente con un suo misterioso soggiorno all’estero. In effetti nel Dicembre dell’88 salpò con una nave diretta a Montevideo e con una nave di medesima provenienza rientrò nel porto partenopeo nel Maggio del ’93.

Tranne alcune opinabili notizie su presunte attività imprenditoriali, non esiste documentazione che attesti cosa Egli fece, iniziaticamente, in quel periodo, in gran parte rimasto ignoto anche ai suoi stessi familiari e di molto enfatizzato da postumi aneddoti. È invece facile supporre, deducendolo dall’attenta analisi dei suoi numerosi scritti, che in quel frangente egli sia entrato in contatto sia con le culture sciamaniche dell’America Latina (e ciò anche per la presenza in alcune pratiche interne, trasferite nella sua Schola, di modalità nel contatto panico con le forze della natura accostabili a certe tecniche sciamaniche), sia con gli ambienti scientifici, artistico-letterari e spiritualistico-esoterici europei, già a quei tempi movimentati da flussi e riflussi orientaleggianti. Ciò di certo per appagare la sua sete di conoscenza e la sua indole di sperimentatore ma anche e soprattutto per recuperare quel bagaglio di cultura e tradizioni di cui il cuore della Penisola, e ancor più il Meridione d’Italia, sin dai tempi più remoti, furono tra i principali centri emanatori. È pertanto legittimo sospettare che dietro la parentesi esterofila di Formisano ci fosse lo zampino del buon De Servis che, apparentemente chiuso nel suo anonimato di saggio bonario, muoveva in realtà le fila non solo della vita del suo prediletto discepolo ma anche di gran parte della tradizione ermetica Italica e Neoegizia del tempo (ancor oggi nota agli estimatori della Napoli esoterica sotto la denominazione gergale di “partenopeo nilense” e facente capo, secondo alcuni, a una gerarchia di maestri incogniti) di cui Kremmerz divenne di lì a breve principale protagonista. Coincide perciò col rientro in Italia e con la scomparsa di Pasquale De Servis l’emergere nel trentatreenne Formisano della complessa personalità che lo renderà unico come uomo e come Maestro.

Seconda parte: l’Opera

Nell 1897 usando lo pseudonimo di Giuliano Kremmerz introdusse con L’Appello agli aspiranti alla luce sulla rivista “Il Mondo Secreto” la divulgazione delle dottrine di magia naturale e divina. Parallelamente, mentre disquisiva di filosofia occulta confrontandosi con gli scritti di alcuni esoteristi quali Papus, Eliphas Levi, Stanislao De Guaita nonché di Madame Blavatsky e della Besant, gettava le basi per la riattivazione della S.P.H.C.I., concludendo quasi bruscamente la pubblicazione della rivista, non senza aver dirottato buona parte di discepoli e sostenitori verso un primo esperimento di “resurrezione della Fraternità Rosacruciana”.

“Il Mondo Secreto non sparisce – Egli scrive nel Dicembre del 1899 – si trasforma nella realizzazione delle teorie nebulose e comincia l’esposizione della scienza della medicina ermetica, rivelazione della sintesi terapeutica della Rosa Mistica”. Nel primo fascicoletto della Medicina Ermetica fu pubblicato, riassunto in sette articoli, il patto fondamentale di costituzione della sua Schola ormai delineata sia nella forma che nella sostanza, poi pragmatizzato in 60 commi e che costituisce ancor oggi, dal 1909, la Pragmatica Fondamentale della S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam. E fu così che Giuliano Kremmerz venne allo scoperto in veste di terapeuta e taumaturgo, col mandato di traghettare nel nuovo secolo la tradizione ereditata, cerimoniali compresi e addirittura, come nemmeno le più imponenti figure femminili del tempo (es: Blavatsky ) avevano saputo o potuto fare, per restituirla alla Matriarchia di un archetipo primordiale sotto l’apparente allegoria mistica di un nome di donna: MIRIAM da Lui definita “la prima e la più eccelsa delle Maghe, un ricettacolo, un tesoro profondo di amore”.

Gli anni che seguirono videro sempre più accrescersi la popolarità del Kremmerz soprattutto come benefattore e taumaturgo. Molti gli aneddoti su ambi, terni e quaterne al gioco del Lotto elargiti a persone bisognose e ancor più numerose le notizie delle sorprendenti guarigioni operate: dalla ricostruzione di un polmone alla sconfitta della poliomielite senza vaccino, per citare solo due esempi fra i più eclatanti. La sua Schola per lo spirito umanitario che l’animava, attirava un sempre maggior numero di adepti, uomini e donne che, insoddisfatti del monopolio dogmatico delle religioni, stanchi delle teorie filosofeggianti e delle fenomenologie spiritiche più alla moda, cercavano verifiche e concrete applicazioni di quei poteri latenti dell’uomo negati dal materialismo scientifico ma tanto conclamati dalla letteratura occultistica e, fin lì, esclusivo patrimonio di soli Mistici e Santi canonizzati.

Il Kremmerz, pioniere dell’interpretazione olistica dei fenomeni vitali e di un nuovo Rinascimento filosofico, scientifico e artistico, dovrà faticare non poco per propagandare la sua terapeutica ermetica intrinsecamente connessa alla trasmissione della tradizione ereditata, probabilmente, tramite il De Servis! Egli istituì Accademie Miriamiche a Napoli, Bari, Roma, Taranto, la Spezia e autorizzò vari circoli ad esse collegati, riunendo numerosi aderenti ai quali gli ammalati, di loro iniziativa, potevano rivolgersi per aiuti terapeutici gratuiti operati attraverso l’attivazione, a distanza, delle energie vitali degli stessi richiedenti, mediante preghiere rituali (per lo più Salmi) e tecniche di visualizzazione delle parti malate. Naturalmente per attendere alla terapeutica ermetica in pro degli ammalati, gli iscritti alla Fratellanza di Miriam dovevano aderire a pratiche purificatorie e preparatorie indispensabili per il loro equilibrio psicofisico e propedeutiche allo sviluppo evolutivo del loro “mono corporale e mentale”, attinte dal Kremmerz alla tradizione iniziatica sapienziale, ed elargite a piene mani pro-salute populi. Queste elargizioni sollevarono però aspre polemiche da parte di una folta schiera di conservatori e tradizionalisti che, ancorati a concezioni più elitarie, templari e aristocratiche sulla sapienza antica e la sua trasmissione, presero ad osteggiare la sua opera di divulgazione.

In realtà Egli si era collegato a quella tradizione misterica coniugata al femminile che pur sottesa nei tempi, celandosi sotto forme simboliche, e adombrata dalle tradizioni patristiche (come Arca dell’Alleanza ebraica, Adda Nari Indù, Pietra Nera della Mecca, Iside Egizia e Vergine Maria dei Cristiani), conduce per via diretta al “Secreto” della vita e di ogni trasmutazione. Sono numerose le tracce di questo collegamento nei suoi scritti, ma maggior conferma si può trovare in alcune istruzioni interne, mai pubblicate, e nella tradizione orale della sua Schola. Nella “Matriarchia di Miriam” codificata nella Pragmatica Fondamentale e nel “programma di Amore” attuato attraverso la pratica della terapeutica ermetica, il Kremmerz fissò la resurrezione e la prima manifestazione sperimentabile a tutti di questa primigenia tradizione. Ma questa volgarizzazione, sebbene mediata da un’accurata ri-velazione nonché dalla graduale e misurata trasmissione, per lo più orale, delle relative pratiche riservate esclusivamente a rarissimi discepoli, era troppo all’avanguardia per quei tempi.

Nel 1907, lasciata la sua bella Napoli con la famiglia si trasferì a Ventimiglia, indi a Camogli, per infine nel 1912 varcare la frontiera e stabilirsi definitivamente a Beausoleil, nel Principato di Monaco. Continuò comunque a occuparsi come Delegato Generale dell’andamento della Fratellanza, dirigendone le fila attraverso la Segreteria Generale e i suoi più diretti discepoli, preposti alle due Circoscrizioni Nord e Sud ed a sovrintendere alle Accademie e ai circoli ad esse collegati. Concluse la sua vita terrena nel 1930 a Beausoleil e, non potendo a sua volta “delegare” un suo successore, lasciò la Schola sotto la responsabilità del Segretario Generale della stessa.

«Non credere ad alcuna cosa solo perché sentita dire; non credere alle tradizioni, che ci arrivano vecchie ed alterate dalla favella umana; non credere a quello di cui gli uomini molto parlano; né credere solo perché ti sta innanzi la testimonianza di un sapiente; non credere ad una cosa perché delle probabilità ti parlano per essa, o perché per vecchia abitudine la ritieni vera; non credere nella sola autorità del tuo maestro e del tuo sacerdote. Prendi per verità e vivi secondo essa solo ciò che la tua ricerca e la tua esperienza ti mostra corrispondente alla tua salute, al tuo bene ed al bene degli altri uomini come te».

«Le idee devono trasmutarsi in sangue, vale a dire si devono vivere nella vita quotidiana, diversamente non sono in realtà che fochi fatui che si dileguano alla prima impressione estranea. […] Noi in sostanza non sappiamo che una cosa: siamo così come siamo, possiamo e dobbiamo migliorare, siamo tra noi legati e apparentemente divisi, abbiamo il dovere di far comprendere l’umana solidarietà non come un presupposto mistico e religioso, ma come una legge benefica e utile a tutti».

«Chi dopo un assiduo lavoro e un’efficace pratica della dottrina, perfezionato, evoluto, sorpassa i gradini del più alto mondo volgare e entra nel mondo delle cause rinunziando a quello degli effetti: vale a dire che colui il quale passa il fiume immenso delle sensazioni esteriori, che come l’acqua cantata nei salmi davidici ci affoga, e sente sviluppare in lui l’uomo interiore, cioè il Cristo Loquente, è solo meritevole del nome di iniziato. Egli si è separato, cioè ha diviso il suo corpo alto, la prima trinità, dal corpo e dalla mente contemporanea; egli si è separato , cioè è entrato nella fase di evoluzione da cui non si recede e parla la doppia lingua dello spirito e dell’uomo. Perciò gli iniziati di tutto il mondo sono fratelli, perché tutti percepiscono la verità nello stesso modo e con le stesse leggi: due di essi si incontrano e si riconoscono perché si comprendono».

«Quel briccone di Lucifero conchiude così: tu, o donna, puoi diventare una dea e tu, uomo, un dio. Fata e Mago, tutti due, che nell’ordine delle forze siete gli estremi positivo e negativo dell’umanità, avete già mangiato il bel pomo dell’albero eterno: v’hanno mandati via dal paradiso? Se la volontà vostra non è debole come la vostra carne, guardandovi dalla spada fiammeggiante del cherubino, rientrate in possesso del vostro soggiorno. A questo punto Lucifero dispare: resta il desiderio di diventare se non degli dei, almeno degli uomini ragionevoli nella ragione assoluta, dominatori della carne e degli elementi, facitori di miracoli nella potestà della natura, imitatori dell’opera divina di cui la dottrina cristiana ci insegna di essere particelle; e punge il desiderio di arrivare».

«Quindi pochi semplici, senza impegni profondi di coscienza, mossi dal desiderio della ricerca soggettiva e obiettiva, nella purità di una concezione ideale di fraterna confidenza nel sentimento del bene di chi dà senza chiedere e senza sperare».

 

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Dopo aver lasciato parlare il Maestro

possiamo ora spiegare ai nostri Lettori chi siamo:

L’Accademia Ermetica di Roma “G. Kremmerz” parte con i suoi lavori nell’ aprile del 2014 come conseguente evoluzione della precedente Accademia Hermetica di Cortona che si determinò a sua volta come libera associazione culturale il 21 dicembre 2008, al Solstizio d’inverno. I suoi studiosi scelsero di intraprendere il cammino ermetico secondo J.M. Kremm-Erz nei primi anni ’80, in seno all’Accademia Kremmerziana Napoletana, tutt’ora operante, con l’intento di proseguirlo. L’ Accademia Ermetica di Roma “G. Kremmerz” raccoglie l’eredità dei suoi predecessori e ne porta avanti il progetto semplice che Giuliano Kremmerz additò ai suoi discepoli con le parole spese negli ultimi anni della sua esistenza terrena. 

Lontani da quanti amano fantasticare sui libri di magia e filosofeggiare chiacchierando, tentiamo umilmente la prova della realizzazione pratica delle teorie magiche che Kremmerz illustrò ne “Il Mondo Secreto”. L’ Accademia Ermetica di Roma “G. Kremmerz” raccoglie gli insegnamenti lasciati da ermetisti quali: Mario Hahaiah Parascandolo, Carlo Lehaiah Coraggia e Giovanni Eiael Pica, appartenuti alla Fratellanza di Myriam che faceva capo a Lehaiah, nonchè Hahasiah, Mahasiah, e Eiael.

Siamo una “piccola” realtà, un circolo filosofico di individui formanti un ente spirituale UNO, che si propongono di seguire nella maniera più ortodossa possibile la filosofia magica, ermetica e alchimica come profusa nel sublime progetto della Myriam da J.M. Kremm-Erz, ieronimo dello scrittore e filosofo Ciro Formisano (Portici, 1861- Beausoleil, 1930), semplificato nello pseudonimo letterario Giuliano Kremmerz. Dottrina contenuta sia nell’Opera Omnia (raccolta di opere pubblicate nel 1951-1957 dalla Casa Editrice Universale di Roma ed oggi, col nome de La scienza dei Magi, dalle Ed. Mediterranee) che negli insegnamenti riservati a quanti vogliono liberamente unirsi nell’ ideale dell’ermetismo, fino a raggiungere, se possibile, la propria iniziazione, che noi cerchiamo di realizzare così come la insegna il Maestro, semplicemente e chiaramente. 

Ci proponiamo dunque di studiare le facoltà psichiche presenti a gradi diversi in ciascun individuo, purificarle ed educarle per favorire il proprio ed altrui ascenso spirituale fino alla reintegrazione dell’individuo con la sua particola divina e, infine, mettere a disposizione la forza della catena delle anime oranti o Myriam (oranti = vibranti per Amore) pro salute populi, con la terapica rivolta gratuitamente alle persone che soffrono con le quali veniamo in contatto e le quali vogliono essere aiutate. 

Tutto ciò provando a far proprie quella garbata ironia, quella bonaria generosità, quel rispetto e quell’amore rivolti anche verso uomini che stavano su posizioni distanti, finanche opposte alla propria, che sempre Giuliano Kremmerz sparse nei suoi scritti, in piena fratellanza con tutti coloro che così intendono e seguono la via iniziatica.

 

Il Preside

Nemamiah

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