GLI AFFAMATI DEL QUARTO MONDO

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C’è un gruppo di persone sulla terra del quale nessuno si preoccupa e che vive una condizione di disagio rispetto la quale essa stessa si dichiara impotente. Una dichiarazione silenziosa, quotidiana, esiliata.

Questo gruppo di persone isolate sono gli affamati del quarto mondo, il mondo dell’Essere.

Ebbene, tale gruppo, pur vivendo questo disagio, alle volte dichiarato, alle volte volutamente accantonato, continua a lamentare dentro di sé il perpetuo senso di “vuoto” che lo rende perennemente affamato, e a cui contrappone una caccia interminabile di soddisfazione con i beni materiali  tramite cui spera di dominare tale disagio,  rimanendo poi beffato dall’ inconsistenza del rimedio; è un po’ come cercare soddisfazione di proteine mangiando un’ insalata: non ci si sazia mai.

La dichiarazione ufficiale di queste persone è un’ ammissione di resa al mondo del lavoro, al guadagno, dai quali proviene una vita dignitosa materiale, o primo mondo,  verso cui sacrificare tutto il loro tempo e loro energie a scapito della fame del quarto mondo che continua a pulsare dentro loro e a renderli, anche nel caso di successo sul primo mondo, in balìa di questo, e quindi insoddisfatti.

Ma chi è questo gruppo di persone?

Ebbene questo gruppo abita molto vicino a noi, o meglio siamo proprio noi, abitanti di città dell’ occidente che non ambiamo a conoscere il “nostro” lato ignoto della luna, giacché come scopo finale non porta denaro, non porta posizione sociale, né potere di possesso sui propri simili. E questo, nel caso dei più voluttuosi. Ma, anche chi non ambisce a tutto l’oro del mondo, trova comunque un motivo, quasi come non fosse una volontà propria ma del motivo stesso, a non mettere fra i propri doveri, il nutrimento dello spirito.

Lo spirito, il grande esiliato dall’ uomo moderno e dalla scienza razionale e misurante.

Messo per ultimo nella lunga fila delle priorità della vita, come se esso, con la vita non c’ entrasse nulla. Come se il conferimento ufficiale dello spazio che gli è stato momentaneamente sottratto, suonasse scomodo al pari di una scarpa di una taglia più piccola.

Che tipo di spazio conferire?

Ognuno potrà capire facendo. Alcuni fraintendono praticando dei corsi inerenti lo spirito e imparando delle tecniche orientali. Lo fanno credendo di occuparsi dello spirito ma, ad esempio,  come in settoriali pratiche dello Yoga, per migliorare le proprie prestazioni fisiche o di concentrazione, e senza cambiare i comportamenti nella società in cui vivono,  senza, in cambio di nulla,  “allargare” il cuore a chi è più prossimo. Questi studi li rendono degli esperti di Yoga ma inteso come tecnica di concentrazione e rilassamento.

Così facendo si rimane ben radicati in terra.

Ermes vuole movimento sia verso la terra che verso il cielo. Per l’uomo terrestre è importante portare cambiamenti in terra. Per l’uomo sottile è importante portare cambiamenti in cielo, dove lo spirito dell’uomo è. L’uomo integrale è un uomo combinato. Allora l’uomo profano si integra lavorando progressivamente nel sacro  trovandosi sul piano materiale e realizzando attraverso e a partire dal piano sottile.

Il mondo sottile dell’ uomo è assediato dalla schiavitù del tempo e del denaro, due talismani a cui abbiamo dato un potere importante e che continuiamo a rafforzare con i nostri comportamenti ogni giorno, innalzando sempre più il muro delle nostre prigioni.

Tempo e denaro servono, senza dubbio, ma avallare loro il totale imperio su di noi, ci rende schiavi delle nostra stessa ricerca di certezze.

In questo mondo ci siamo anche per godere e questo è certo. Però il godimento rischia di essere frainteso per il totale della felicità.

Anche il godimento, come il denaro e il tempo, se spinti all’estremo, ci persuade a mettere il nostro spirito all’ultimo posto della fila delle cose importanti dell’ esistenza.

Con l’ermetismo l’uomo di questo gruppo potrebbe risolvere il problema del “senso di pieno” e di “vuoto” tramite l’evoluzione interiore. Ma cercare di fare un percorso per risolvere un problema è un po’ come mettere il carro davanti ai buoi.

Potrebbe essere utile ribaltare il punto di vista, allora.

L’ermetismo non lo si pratica come scopo di risoluzione di questo o di quel problema, ma affinché si possa vivere secondo le regole emanate dall’ Essere. Come scopo di unione con l’Essere.

E’ in questo ricongiungimento allora, che i problemi scaturiti dal disgiungimento messo in atto dall’ orgoglio e dalla superbia, veri enti dal lungo braccio, si risolvono.

Ora, è il periodo in cui l’estate ha fatto il suo ingresso, ed il sole, al pieno del suo irraggiamento matura ciò che la luna nutre.

Questi due verbi, nutrire e maturare portano una conseguenza che conosciamo bene, quale la raccolta dei frutti.

Noi uomini di questo gruppo possiamo conoscere ed indirizzare le forze della terra per nutrire il nostro spirito occulto e fare in modo che questo possa raggiungere l’aria, dove verrà maturato dalla sua stessa emanazione.

Il seme cade nella terra, e lo spirito cade nel corpo saturniano.

Ma guardando dalla nostra finestra, sulla terra non c’è un tipo di seme solo che fruttifica, e nel corpo saturniano e lunare,  invece? …

Se gli affamati del quarto mondo vorranno “sfamarsi”, lo potrebbero fare con le proprie mani, potrebbero imparare a “lavorare” il corpo saturniano, a conoscere il corpo lunare, pulirlo dalle infestazioni, coltivarlo, scegliere i semi da far fruttificare, e coltivare il grano spirituale che maturerà sotto l’agire del sole da cui scaturirà quel pane che lo sazierà veramente e per sempre.

Andrea Liberati

 

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