Le Quattro Forme Intelligenti Elementari
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D. Ora che mi hai spiegato le oscure parole di Fratellanza di Myriam, di Medicina ermetica, di terapeutica- magica, dimmi più particolarmente che cosa tu chiami Dio o, meglio, in che modo concepisci la potenza creatrice centrale che la Chiesa chiama Dio e la Massoneria appella il Grande Architetto dell’Universo.
R. Da quanto ho detto nel precedente dialogo [Il Catechismo della Fratellanza di Myriam – n.d.r.],
già avrai compreso che il nostro non è un Dio personificato che noi mettiamo al posto supremo di tutti gli esseri intelligenti esistenti. Per noi, come per i Buddisti, come per i Cabalisti, gli Ebrei e gli Esseni, non esiste che l’Universo come una Legge inesorabile, con un Ordine a cui nessuna cosa può sottrarsi.
Se questa Legge intelligente e inesorabile tu vuoi impersonarla in una figura di uomo, io ti pregherò
di non crearti per Dio supremo un Idolo. L’Universo è troppo immenso per essere abbracciato in una parola e in una figura umana. Quando gli antichi patriarchi della favola biblica parlavano della inesorabile giustizia di Geova, che rasentava la crudeltà e mai il capriccio, volevano appunto riferirsi a questa Legge Universale, rettrice e creatrice di tutto ciò che è, la cui anima è l’ESSERE, cioè l’ENTE, cioè sostanza prima e immutabile, e forma seconda e variabile.
Questa Legge immutabile, che è anche intesa sotto l’apparenza di prima sostanza intelligente universale,
che scaturisce da tutte le forme delle cose visibili e invisibili, è la più chiara concezione scientifica
del Dio, la cui etimologia il Vico fece venire da Zeus greco, che è lo scrosciare della saetta del mitico Giove.
Iddio è quindi la forza intelligente infinita e indefinibile che anima, commuove e trasmuta tutte le forme nell’Universo visibile e invisibile, il nome vetusto di EA, da cui posteriormente l’IEVE ebraico che voleva dire principio e fine. Gli antichi sacerdoti delle classiche religioni iniziatiche, non si servirono mai di forme definite per rappresentare il primo principio o la prima sostanza intelligente; invece abbondarono sempre nelle forme plastiche quando vollero definire i momenti diversi dell’atto creativo o, meglio, della Incarnazione del Dio Universale, come si esprimono gli orientali.
Nella scienza positivamente intesa tutti rifuggono, credendo di poter essere ingannati, dalla credenza
di un Dio, e se ne evita perfino la parola. Parrebbe cosa stranissima che un uomo il quale ha coltivato
le scienze positive e sperimentali, si inchini a un Dio che tutti i volgari ignoranti adorano, e la massima concezione che uno zoologo, un fisiologo, un botanico, può farsene è di ammettere la Natura come unica e sola divinità da poter essere discussa e studiata.
Orbene tutti i simboli e i geroglifici degli antichi sapienti non ci dicono che questo:
Eâ ha due facce; una visibile che rappresenta la sua manifestazione nel mondo dei sensi fisici,
cioè la Natura dei moderni filosofi materialisti; e l’altra invisibile, che rappresenta lo spirito della Natura, cioè l’Intelligenza, che è legge di ogni manifestazione della natura.
L’uomo guarda intorno a sé tutto ciò che colpisce i suoi sensi e dice: l’albero fiorisce, l’acqua è trasparente, il minerale è duro e grave, il sole risplende, ecc. Tutto ciò è la Natura. Ma se l’albero fiorisce, se l’acqua è trasparente, se il minerale è duro e il sole splende, deve esistere invisibile ai miei occhi una Forza, una Intelligenza, un’Anima immensa che fa fiorire l’albero, trasparire l’acqua, indurire il minerale e splendere il sole. Ora il Sacerdote iniziato, che rappresenta tutto l’universo in una sintesi divina, dice così: L’Intelligenza che regola tutte le manifestazioni che colpiscono i nostri sensi è il Dio invisibile dell’Universo, le cui manifestazioni stesse non sono che prove positive della sua esistenza; questa Intelligenza universale (Dio Invisibile) per la costanza ragionevole delle sue manifestazioni è LA LEGGE REGOLATRICE DELLA NATURA UNIVERSALE. La Massoneria ha chiamato il Dio Invisibile: Supremo Artefice o Grande Architetto dell’Universo, che è l’identica concezione, seguendo un simbolismo di costruttori di templi.
Infatti tu se t’imbatti in un’opera grandiosamente artistica, come la Chiesa di S. Pietro a Roma, ammirerai le mura, l’originalità delle costruzioni, le statue, gli ornamenti, e non potrai negare che quella Chiesa è cosa vera.
Ma, esaminando tutte le parti dell’opera e compendiandola tutta in uno sguardo sintetico, tu sarai costretto a confessare che un Architetto l’ha costruita.
Ora ciò che è l’architetto di fronte all’opera realizzata, è Dio rispetto alla Natura visibile. Il primo è
una mente umana che crea opera o forma umana, il secondo è una mente universale che compie ogni giorno opera universale.
Un artefice è il primo, un immenso artefice è il secondo.
Il nome che determina la vera potestà di Dio non esiste nel linguaggio umano perché, dei milioni di
nomi dati a questa Intelligenza Prima, nessuno è universale e tutti corrispondono a concezioni particolari, cioè ciascun uomo concepisce il Dio universale secondo lo sviluppo suo intellettuale. Il selvaggio che rappresenta la minima intellettualità umana, lo idealizza in una statuetta di creta, e l’uomo civile, cioè la massima intellettualità umana, lo intuisce come un Primo Principio astratto, e nella stessa Bibbia è chiamato ora Onnipotente, ora Creatore, ora Immensità, Saggezza, Verità, Luce, Provvidenza, Santità, Giustizia, Dio, Misericordia.
Giuliano Kremmerz